Com'è morto il delfino Filippo Dopo
nove mesi ancora ignoti i risultati dell'autopsia. I manfredoniani vogliono
le sue spoglie, attualmente a Bari e già richieste da numerosi altri
musei italiani.
Sono trascorsi quasi nove mesi dalla tragica scomparsa del delfino Filippo, eppure il leggendario cetaceo del Golfo di Manfredonia continua a far parlare di sé ed il suo ricordo è ben vivo nel cuore di quanti l’hanno amato. Anche le ricerche scientifiche non si sono fermate e studiosi da tutto il mondo proseguono l’analisi delle abitudini di questo animale che, contro le regole della propria specie, aveva scelto di condurre vita solitaria nelle acque sipontine. Lo scorso 27 aprile addirittura una tesi di laurea su Filippo è stata discussa presso la facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari. La candidata barese Clementina Aloè, supportata dal relatore professore Angelo Quaranta, Fisiologo Veterinario, ha presentato un’analisi comparativa tra il repertorio di whistle (suoni emessi dai delfini, ndr) di un individuo solitario in ambiente naturale e di gruppi sociali in ambiente controllato. Ad essere preso in esame proprio il delfino solitario di Manfredonia. Un lavoro
interessante dal punto di vista scientifico, tanto che oltre al 110
e lode la candidata ha ricevuto una menzione di merito da parte del
del preside della facoltà, prof. C. Buonavoglia. Ad aiutare
la neodottoressa Clementina Aloè, il maggiore conoscitore ed estimatore
di Filippo, il professor Giovanni Simone, che attualmente sta
collaborando nche in altre quattro tesi sempre sul tursiope solitario. Giovanni
Simone lancia inoltre un allarme: “Giace ancora a Bari lo scheletro
di Filippo e sono numerosi in Italia i musei che ne hanno fatto richiesta.
L’ex assessore all’ambiente Giuseppe Guidone si era impegnato formalmente
a recuperare le spoglie di Filippo ed a riportarle a Manfredonia.
Spero che chi di competenza nella nuova amministrazione prenda a cuore
questa faccenda, poiché riavere lo scheletro è importante sia dal
punto di vista emotivo, dal momento che Filippo fa ormai parte della
storia di Manfredonia, sia dal punto di vista scientifico, poiché
lo scheletro è ancora oggetto di studi da parte degli esperti”. Fonte: manfredonia.net |